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Piante velenose
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Vischio

vischio

Nome: Vischio (Viscum album)

Famiglia: Lorantacee
Il vischio è un sempreverde che cresce come semiparassita, generalmente sugli alberi a foglia caduca (meli, peri, etc.) ma talvolta anche sulle conifere. È caratterizzato da radici (dette austori) che penetrano nel legno della pianta parassitata da cui derivano nutrimento e ancoraggio.
Crescendo con un ritmo lentissimo, il vischio giunge a creare masse vegetative di diametro fino a un metro. Le foglie sono spesse, piccole ed opposte a forma di ali aperte di uccello; i fiori giallo-verdi ascellari sono poco appariscenti, mentre molto note e caratteristiche sono le bacche, di color bianco madreperlaceo, che contengono il seme circondato da una sostanza appiccicosa. Anticamente questa pianta era considerata sacra dai Druidi, da cui veniva raccolta con un falcetto d’oro nelle notti di plenilunio per essere usata nelle complesse liturgie dei sacerdoti e nelle cerimonie purificatrici. Tradizionalmente il vischio è ritenuto apportatore di fertilità e molto diffuso come regalo di capodanno, di buon auspicio per amici e parenti.
Tutte le parti della pianta sono tossiche; particolarmente pericolose le bacche, per la loro capacità di attrarre i bambini. La tossicità dipende dall’alto contenuto in viscumina, una sostanza che provoca l’agglutinazione dei globuli rossi e da altre tossine peptidiche. I sintomi sono quelli di una gastroenterite che insorge otto o dodici ore dopo l’ingestione ed è accompagnata da sete intensa, rallentamento dei battiti cardiaci, collasso, dilatazione delle pupille e visione doppia. Inoltre il quadro tossico può essere complicato da confusione mentale, allucinazioni e convulsioni. Avvelenamenti si sono verificati anche negli animali con sintomi soprattutto a carico dell’apparato digerente. Ne sono immuni i merli e i tordi che si nutrono delle bacche e contribuiscono così alla loro disseminazione.